sabato 31 dicembre 2005

Senza titolo 0

UN INCONTRO IMPORTANTE



Ho comprato "Il dono dell'aquila" di Castaneda un anno e mezzo fa. Ne lessi le prime venti pagine e fui costretto ad arrestarmi. Ero colto dall'ansia, da una nausea interiore, la notte ero assalito da sogni disturbanti. Per mesi l'ho ripreso in mano, riuscivo a leggere quattro o cinque pagine e la notte e il giorno successivi ero colto di nuovo dalle stesse sensazioni di rigetto. Generalmente questo mi accade quando m'imbatto in qualcosa che mi riguarda in prima persona ma che non è ancora il momento di affrontare. La mia seconda intelligenza, quella più profonda, m'avverte di stare attento. Mi lancia dei segnali in presenza di possibilità di conoscenza che non sarei in grado di sostenere. Difatti, e ora ne ho la certezza, lo stadio di sviluppo interiore descritto da Castaneda nel libro, era, ed è più avanzato del mio. Decisi pertanto di abbandonarlo fino ad un futuro imprecisato.


Tre sere fa ho ripreso "Il dono dell'aquila" in mano e subito mi sono accorto che era arrivato il suo momento. Non ne ricavavo più alcuna sensazione negativa. Ieri sera l'ho affrontato di nuovo con spirito sereno, ma con una chiarezza mentale insufficiente. Non mi sentivo abbastanza lucido e concentrato per poterlo realmente comprendere. Preoccupato ho deciso comunque di proseguire, finchè è accaduto quello che non m'aspettavo. Ho realizzato improvvisamente che se mi lasciavo andare, se non mi fermavo a valutare ogni singolo passaggio, se abbandonavo le mie preoccupazioni riguardo all'effettiva comprensione di quanto stavo leggendo, ero in grado di penetrare il testo con una profondità di attenzione superiore. Leggevo leggevo, la mia lettura era improvvisamente divenuta agile e veloce senza che quasi dovessi più soffermarmi. Senza alcuna apparente concentrazione. Senza quasi più sforzarmi di leggere, comprendevo il testo ad un livello interiore più profondo.


Per spiegarmi la differenza tra i due tipi di lettura, ho cercato di tornare al mio modo normale di leggere, quello che mi ha accompagnato dall'età di cinque anni a ieri pomeriggio. Ebbene mi sono reso conto di poter passare dalla vecchia modalità di lettura alla nuova senza grosse difficoltà. In pratica ho acquisito una nuova capacità in maniera del tutto inaspettata. Non so ancora bene valutare questa acquisizione, probabilmente si tratta di allentare la parte razionale della mente e di lasciarsi guidare dalla seconda intelligenza, quella che sa quali sono le informazioni utili e quelle meno.


Riguardo al contenuto del libro, diversi sono i riscontri della mia esperienza personale con quella descritta da Castaneda (è il suo primo libro che leggo). Questo l'avevo intuito già un anno e mezzo fa, ma allora il suo impatto era troppo forte da sostenere. Ieri notte ho avuto grandi conferme su quanto, nel mio cammino, ho sinora appreso, e ne ho ricavato pure alcune intuizioni su aspetti del mio percorso che tuttora mi sono poco chiari. Domani sera riprenderò la lettura e conto di averne ulteriori aiuti oltre che un delicato piacere.