martedì 29 ottobre 2013

Emozioni

La maggior parte di noi è separata dalle proprie emozioni. Non percepisce più alcune emozioni che pertanto cerca fuori, ossia adoperando supporti quali esperienze particolari, incontri particolari, non ultime visioni di film, letture di fumetti e romanzi.
Nel corso della nostra vita capita di perdere il contatto con parti di sé, parti che ci appartengono ma che abbiamo soffocato.
Tutti ricordiamo certe emozioni o suggestioni che provavamo da piccoli.
La scoperta del mondo, il piacere per un regalo inaspettato, la leggerezza di una corsa in campagna.
Là esperivamo stati d’animo connaturati al nostro sé.
Le emozioni si spandevano assieme a un senso di vitalità.
Amicizie, primi amori, primi approcci col sesso.
Crescendo siamo stati confrontati con doveri via via maggiori.
Responsabilità, lavoro, famiglia.
Allora acquistiamo un’auto nuova, o un abbonamento annuale a una palestra di quelle con 1000 corsi frequentabili.
Cerchiamo partner tra gli sguardi fugaci che incrociamo.
Cerchiamo conferme al nostro senso d’identità, all’idea di chi siamo.
E così avanziamo in un vortice espansionistico che spesso si avvita, all’improvviso o per gradi, su se stesso.
Le emozioni che provavamo da bambini non sono mai svanite, la capacità di sperimentarle è rimasta immutata.
Siamo ancora capaci d’innamorarci come al liceo, di godere per un canestro centrato, o di esaltarci per la prima corsa in motorino.
Possiamo ancora sobbalzare per una risposta inattesa, per un gioco ricevuto, per un passero scoperto sul davanzale.
Siamo ancora in grado di amare.