mercoledì 30 gennaio 2013

Sugli stermini indiscriminati a opera dell’Uomo.


Ho una Vita che mi dona Tutto, ogni cosa che desidero, e anche che, coscientemente, nemmeno credo di aver desiderato.
Come ho scritto nel post del 12 luglio 2009, mi ritengo davvero fortunato, oltre quello che ritengo di dover meritare…
A questo punto vorrei conoscere, di “persona”, i responsabili di Tanta Elargizione…
Qualcuno l’ho conosciuto, qualcun altro forse No, Be, quelli che ho conosciuto, e, credetemi, sono incontri che cambiano la Vita, Be’, costoro mi hanno anche ricordato che non siamo venuti al mondo per disperarci, bensì per ringraziare…
Per ringraziare, col nostro sorriso, anche i più sfortunati, nostri fratelli umani, e, soprattutto, animali…
Sì, perché se i nostri fratelli di specie, hanno tutte le nostre possibilità, intese come intelletto, Cuore, e Volontà (sta a loro decidere se farne uso o meno, e nell’eventualità di un incontro, sta a noi scorgere e individuare fino a che punto, e come, possiamo esser di aiuto), i nostri “fratelli” di specie “inferiori”, mi riferisco ad animali e piante, sono invece molto più deboli di noi.
Si prestano, purtroppo (ma anche questo fa evidentemente parte del Piano), ad essere ingannati dal bipede che, unico tra tutte le specie viventi sul pianeta Terra, ha raggiunto l’autocoscienza.
Costui - l’Uomo -, alla cui specie anch’io con ogni evidenza faccio parte, non sembra propense, con le dovute, rare eccezioni, a ritenere tutti gli altri ospiti di questo pianeta, degni di qualcosa di più di un’occasionale, fuggevole carezza.
Ecco quindi le carneficine e gli allevamenti di massa…
Ecco gli animali nelle gabbie, e quelli negli stalli, quelli sgozzati, e quelli macellati…
Ecco la fettina nel nostro piatto, che addentiamo bramosi senza chiederci mai, a Chi appartenga.
Ecco quindi che si chiede, per il futuro del nostro Pianeta, di prendere atto della nostra posizione, al vertice dell’Ecosistema, perché ciò ci serva a realizzare la Nostra Responsabilità verso tutto il Creato.
Perlomeno della parte con cui possiamo, in questo momento storico, interagire.
Mi auguro, che in tempi piuttosto brevi, la specie umana si renda conto di quanto sia bello, oltreché doveroso, prendersi cura di ogni più piccolo essere vivente.
E se una morte debba essere prodotta, be’, che almeno lo si faccia, con necessità di causa.
Siamo i più grandi, in questo mondo, eppure ci dimentichiamo che questo comporta Responsabilità verso chi è Più piccolo.

Quando, nella fine estate del 2009 incontrai due esseri che erano in ogni caratteristica a me Superiori, non ebbero alcun atteggiamento di supponenza nei miei confronti, nonostante io fossi, e mi sentissi, davvero minuscolo alla loro presenza.
Anzi, costoro, e in questo si evinceva - oltre ogni altro aspetto - la loro Grandezza, manifestavano, con la loro semplice presenza, e i loro sorrisi, il più grande Amore possibile: quello di chi non ha bisogno, verso chi è invece bisognoso.
L’amore di chi è in pace, verso chi invece è ancora in cammino.
È questa la Compassione.
Avvertirla nei Miei confronti, nonostante tutte le mie debolezze, ha acceso forse in me, all’istante, la Fiamma verso chi, rispetto a me, è molto più debole e ingenuo.
Il più grande si dona al più piccolo, con spontaneità e vivo affetto.

Non siamo, alla fine, un Solo Essere Vivente?



martedì 8 gennaio 2013

Canto dello splendore dell'acqua

Nel fondo stesso, a cui volevo attingere
acqua con la mia brocca, ormai da tempo alle pupille
aderisce splendore... tante le mie scoperte
quante mai fino a ora!
Qui, riflesso dal pozzo, scopersi in me tanto vuoto.

Che sollievo! Interamente non saprò in me trasportarti,
ma voglio che tu resti, come nello specchio del pozzo
restano foglie e fiori colti dall'alto.
dallo sguardo degli occhi stupefatti -
occhi più luminosi che tristi.



("Canto dello splendore dell'acqua", di Karol Wojtyla, in "Poesie. L'opera poetica completa")