sabato 2 ottobre 2010

Senza titolo 88


Spazio e Forma, Osservando il cielo nuvoloso, al Tramonto




È lo spazio che permette alla forma di emergere.

Lo Spazio è precedente, e continua a esistere, anche in presenza della Forma.

Spazio e Forma si compenetrano a vicenda, ma alla fine l'unica dimensione realmente Esistente, è quella dello Spazio.

Il resto emerge alla stregua di un'illusione, ma possiede una sua cifra di Realtà, in quanto è sostenuto costantemente dallo Spazio.

Lo spazio eterno, infinito, è tutto ciò che Esiste.

Noi siamo spazio, immutabile, che gioca a "rivestirsi" di Forma.

Lo spettro dei "tipi" umani ha significato non tanto in quanto varietà di Forme, ma quanto alla relazione che in ciascuno lo Spazio intesse con la Forma.

Quanto spazio, cioè, si rapporta con la Forma.

È questo il miracolo dell'Esistere.

Apparentemente non dovremmo neanche esistere, se non fossimo sostenuti, costantemente, dalla dimensione dello Spazio, che non abbiamo MAI ABBANDONATO.

L'averla abbandonata è parte dell'illusione, che ci tiene legati, come coscienza, costantemente alla Forma.

Comprendere questo, è comprendere la Vita.

Quanto più ci muoviamo, prendiamo coscienza, della dimensione dello Spazio, tanto più ci sleghiamo dalla Forma.

Essa continua a Esistere, beninteso, ma la nostra relazione con Essa, non è più caratterizzata dall'assunzione di necessità.

È questo il Miracolo della Liberazione.

Realizzare questo è ILLUMINAZIONE.

Senza titolo 87

"Lavoro tutto il giorno, infaticabilmente. Ieri, dopo aver lavorato cinque ore la mattina, rimasi nel pomeriggio sette ore di seguito al tavolino, senza mai levarmi. Quando smisi, morivo di stanchezza; ma mi pareva d'esser diventato una creatura immateriale, leggera, fluida, quasi direi psichica, alata, spiritualizzata, purissima."

lunedì 12 luglio 2010

Senza titolo 86

Se non ci fosse la Morte a recidere, improvvisamente e senza preavviso, tutto, quale Creatura vivente deciderebbe, di sua spontanea volontà, di abbandonare ad un certo punto ogni cosa?

Per qualcosa, oltretutto, che non conosce?



Ecco perché la Morte, così come è concepita, è una Salvezza.



Facciamo questa esperienza terrena, e, a un certo punto, arriva lei, a toglierci ogni ossessione ansia insicurezza rimpianto.



Che c'è di meglio di Questo, per andarsene?



Che voi siate a metà di una cosa, all'inizio, o alla fine.



Ecco perché non importa a che punto siete nella vostra "Opera", importa solo che qualunque cosa stiate facendo, dovunque vi troviate, lo stiate facendo con Attenzione.





"La nostra coscienza è quasi totalmente occupata dal ricordo e dall'aspettativa. Non ci rendiamo conto che non c'è mai stata, non c'è e non ci sarà mai altra esperienza che quella del presente". (Alan Watts)

venerdì 4 giugno 2010

Senza titolo 85

«

Probabilmente pensate che lavorando sul problema dell'indipendenza finalmente diventerete indipendenti, sarete in grado di mantenervi, guadagnerete un sacco di soldi, farete ciò che vorrete, eccetera. È tutto vero, ma l'aspetto più importante del lavoro consapevole su qualunque problema, è quello di sviluppare qualcosa dentro di voi.


Il resto verrà poi senza sforzo.






»


                                        

Senza titolo 84

«Il lavoro che facciamo qui è appunto quello di dare un'occhiata agli ostacoli che tutti voi portate in questo gruppo, per poterci lavorare sopra. Li smantelliamo, li analizziamo, scopriamo da dove hanno origine, rintracciandone le cause nell'infanzia, nei rapporti sociali e nella vita quotidiana. Da tutto questo materiale, alla fine estraiamo il metallo prezioso, la gemma nascosta: è per questo motivo che il materiale esiste.»

Senza titolo 83

«La vostra essenza è molto intelligente e molto generosa, vi presenta dei conflitti perché affrontandoli possiate scoprire qualcosa che avete bisogno di sapere. La situazione che vi viene prospettata è sempre perfetta: il tempo, il luogo, le persone coinvolte, le vostre capacità e quelle degli altri intorno a voi, ogni cosa è perfetta fin nei dettagli. Ogni situazione è programmata in modo tale che, se realmente cercherete di comprenderla, capirete qualcosa sulla vostra essenza.»

lunedì 22 febbraio 2010

Senza titolo 82



La tua Compagna è seduta sugli scogli

ti osserva, ma non ha un solo volto.

Dietro di Lei, il Mare.



Quando si leverà il vento del Suo tocco

non potrai più amare

non ci sarà una seconda occasione

non potrai più ridere

non potrai più piangere.



Se vuoi donare Amore, che sia ora

se vuoi ridere, che sia ora

se vuoi vivere, che sia ora

prima che il vento ti accarezzi gentile

per reclamarti come goccia del Mare.



Un giorno quel vento si alzerà

e tu non conosci quando.

 






~ 15 ~ di Giulio Achilli,

in Parsec,

www.marenectaris.net/libri/parsec/

venerdì 12 febbraio 2010

Senza titolo 81

La peculiarità delle dune, è di far resistenza alla stessa forza che le ha create, il Vento.

Ci si domanda: come può avvenire ciò?



Ecco, questa è anche la caratteristica dell'essere umano.



La cosa incredibile è che facciamo resistenza a Dio, quando è Dio stesso la fonte del nostro Essere.

Ci si domanda come è possibile per noi essere ancora in vita.



Ma i risultati di questa resistenza sono sotto agli occhi di tutti.



È divenuta generale, comune, tanto che non sappiamo più che siamo in resistenza continua.



Il destino dell'Uomo non è questo.



Siamo delle specie di aberrazioni camminanti.



Eppure siamo belli anche così.



Non riesco a non pensare che siam belli pure immersi nella violenza e nell'ignoranza.



A volte, anche se per poco, uno sguardo, un gesto, un cenno del capo, tornano a essere, SONO, quelli originali.



E tutto questo è meraviglioso.





Quanto tempo ancora dobbiamo aspettare perché noi possiamo tornare a essere il nostro CENTRO?


Quanta sofferenza, quanta disperazione, quante incomprensioni ci attendono ancora?





Ecco, è arrivato il momento di dire BASTA.



"Ora mi arresto.



Ora voglio vedere, realmente,





che cosa ACCADE."

mercoledì 20 gennaio 2010

Senza titolo 80

Una volta ero un demone.

Avevo quattro o cinque amici con i quali mi cullavo e mi spingevo sempre un po' più in là.

Coi quali mascheravo / mascheravamo la nostra solitudine.

La nostra confusione - perdita di senso.

Ed eravamo forti - coraggiosi -, io, in particolare, ero una specie di demone, spirito combattente.

Laddove c'era da dimostrare qualcosa, oltrepassare un limite non valicabile, sottomettere un altro gruppo di ragazzi, io ero sempre in prima fila.

I miei compagni contavano sempre su di me, ed io su di loro.

Poi arrivò la tragedia, la morte, il lutto - nero - che tutto inghiottì.

Se ne andava un'epoca, se ne andava qualcosa, sensibilità, sentimenti, senza che io lo comprendessi.

Senza che mi fosse data occasione di capire.

Senza che mi fosse mostrato cosa stava accadendo, cosa IO andavo perdendo.

E un giorno, di colpo, realizzai che era tutto cambiato.

Che era tutto finito.

Che ci eravamo trasformati.

Che il demone era diventato "cattivo", sprezzante, cinico e pericoloso.

Mi allontanai sempre più da qualcosa, per avvicinarmi a qualcos'altro.

Iniziarono così altri viaggi, altri anni, altri amici, altri sguardi, ma io...

... non ero più lo stesso.

Qualcosa aveva preso a regnare al posto mio.

Di lì a poco sarebbe iniziata la discesa, la china, la folle carambola.

Di lì a poco avrei incontrato il mio doppio.

Il doppio di ognuno di noi.

Il volto - nero - che si cela dietro il nostro capo.

E quel doppio mi avrebbe fatto combinare tanti guai, passare SOPRA a tante cose.

Rinnegare e odiare tanto di ciò che REALMENTE IMPORTA.



Ora mi ritrovo qui.

Il doppio va morendo.

Va lasciando il posto a chi lo occupa di diritto.

A chi avrebbe sempre dovuto splendere e regnare.

A chi per tanto - troppo - tempo...

è rimasto a guardare.

Mi ritrovo qui, improvvisamente,

e non so cosa fare.



Cosa si può fare - a questo punto?

Cosa fareste voi?

Cosa andrebbe - va - fatto?

Dove bisogna andare?

Con chi bisogna parlare?

Quanto in alto dobbiamo levare la nostra voce?



Il bello è... che solo nel silenzio riesco a sentire - percepire - un senso.

Una finestra che si spalanca gradualmente.

Una finestra - sbarrata - che di colpo vuole aprirsi.

Che di colpo vuole mostrarmi qualcosa.

Cosa?

Chi sono io?

Perché sto respirando?

Cosa mi trovo a fare qui?

Se tutto è diverso da ciò che pensavo,

TUTTO, cos'è?




- voi lo sapete?