lunedì 1 maggio 2006

Senza titolo 8

IL GRANDE SALTO


La differenza tra l'uomo comune e l'iniziato è che il primo si muove a caso nel mondo sensibile, per la maggior parte del suo tempo completamente ignaro della struttura e della composizione del proprio mondo interiore, mentre il secondo ha scoperto che ogni forma di conoscenza è sempre autoconoscenza. Quando si appura questo è impossibile tornare indietro. È come un salto, compiuto il quale l'iniziato è costretto a guardare sempre avanti. È costretto a imparare a mettere tra parentesi il proprio "io". A lasciar morire gli attaccamenti terreni, le idee mondane, le emozioni superficiali. Ciò che prima dell'iniziazione identificava con se stesso, muore con dolore. Non più cullato in un senso di falsa sicurezza da qualcuno dei numerosi ordini fabbricati dall'uomo, egli impara di necessità a contare sulla propria percezione immediata dell'ordine ultimo.