Siamo circondati dal dolore.
Il dolore è ovunque. È in noi, nei nostri vicini, radicato nel mondo intero.
Eppure tutti a pensare al prossimo modello di automobile.
Che può voler dire questo?
Da che cosa stiamo fuggendo?
Fuggiamo dal dolore, da noi stessi, o da qualcos'altro?
Non è possibile continuare ad ingannarci ancora in questo modo.
Dovremmo svegliarci.
Aprire gli occhi.
Guardare le cose che sono nel mondo, i volti delle persone che ci circondano.
Vedremmo i nostri stessi volti, uguali ai nostri, con la stessa paura.
E allora almeno ci riconosceremmo.
Inizieremmo a riconoscerci, ad amarci, ad amare QUELLO che ci porta in questa vita.
La nostra vita.
Nessuno può viverla al posto nostro.
Eppure siamo continuamente pronti a far occupare il nostro posto da qualcun altro.
Ad abdicare.
Non ad arrenderci, ma ad ABDICARE.
A lasciare che uno sconosciuto regni al posto nostro.
Quello che vediamo è il risultato di questa abdicazione.
Il risultato di un uomo, venuto per essere re, e relegato in una capanna.
Mi ricorda qualcosa...
Aprite gli occhi, toccate quello che è intorno a voi, ascoltate i suoni.
Ascoltate il silenzio.
Lasciatevi irradiare dalla luce, che è dappertutto intorno a voi.
Che siete voi.
lunedì 21 dicembre 2009
Senza titolo 79
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