lunedì 21 dicembre 2009

Senza titolo 79

Siamo circondati dal dolore.

Il dolore è ovunque. È in noi, nei nostri vicini, radicato nel mondo intero.

Eppure tutti a pensare al prossimo modello di automobile.

Che può voler dire questo?

Da che cosa stiamo fuggendo?

Fuggiamo dal dolore, da noi stessi, o da qualcos'altro?

Non è possibile continuare ad ingannarci ancora in questo modo.

Dovremmo svegliarci.

Aprire gli occhi.

Guardare le cose che sono nel mondo, i volti delle persone che ci circondano.

Vedremmo i nostri stessi volti, uguali ai nostri, con la stessa paura.

E allora almeno ci riconosceremmo.

Inizieremmo a riconoscerci, ad amarci, ad amare QUELLO che ci porta in questa vita.

La nostra vita.

Nessuno può viverla al posto nostro.

Eppure siamo continuamente pronti a far occupare il nostro posto da qualcun altro.

Ad abdicare.

Non ad arrenderci, ma ad ABDICARE.

A lasciare che uno sconosciuto regni al posto nostro.

Quello che vediamo è il risultato di questa abdicazione.

Il risultato di un uomo, venuto per essere re, e relegato in una capanna.



Mi ricorda qualcosa...



Aprite gli occhi, toccate quello che è intorno a voi, ascoltate i suoni.

Ascoltate il silenzio.

Lasciatevi irradiare dalla luce, che è dappertutto intorno a voi.

Che siete voi.