martedì 16 dicembre 2014

“Come, se uno degli dèi ti dicesse: «Entro domani o al massimo dopodomani sarai morto», non daresti grande importanza al morire dopodomani invece che domani, a meno di essere meschino fino in fondo (quanto vale, infatti, un simile scarto di tempo?); così pure non credere che sia un grande affare morire tra molti anni invece che domani.”



sabato 13 dicembre 2014

"La comprensione del Bene e del Male avviene nel Cuore. È qui che, abbandonate le rispettive distinzioni, Bene e Male si fondono a ricreare l’Eterna Perfezione.
È inutile inseguire l’uno e rifuggire l’altro, perché davvero così facendo si cessa di Amare.
Amore è Comprensione, e comprensione è abbracciare gli Opposti, o meglio quelli che Appaiono “opposti”; giacché ciò che tale appare alla Mente, si svela istantaneamente nel Cuore.
La segreta identità dell’Uno e dell’altro, è immediatamente ricostituita nel Centro dell’Essere Umano." (post di giovedì 1 dicembre 2011)


“Come, se uno degli dèi ti dicesse: «Entro domani o al massimo dopodomani sarai morto», non daresti grande importanza al morire dopodomani invece che domani, a meno di essere meschino fino in fondo (quanto vale, infatti, un simile scarto di tempo?); così pure non credere che sia un grande affare morire tra molti anni invece che domani.” (Marco Aurelio, “A se stesso”, IV 47)


AGNIZIONE: Il riconoscimento di uno o più personaggi che scoprono la loro identità fin allora sconosciuta. Nel teatro greco classico, è uno degli elementi della tragedia e della commedia nuova, ripreso nelle forme drammatiche d’imitazione classica d’età romana e moderna. (dall'Enciclopedia Treccani)

Sappiamo poco o nulla, eppure continuiamo a esistere ;P


Sappiamo poco o niente, eppure continuiamo a Esistere ;)


sabato 11 ottobre 2014

«Domanda: Bhagavan, vorrei avere più chiarezza sul risveglio, la realizzazione di Dio e l’illuminazione. Sono diversi fra loro, Bhagavan?

Bhagavan: "Io sono specializzato nel risveglio e nella realizzazione di Dio. Una volta che sei risvegliato è solo questione di tempo per avere l’illuminazione. Pensa di stare in macchina, spegni il motore e noi diciamo che sei risvegliato, ma la macchina continuerà, grazie alla sua spinta inerziale, ad andare avanti ancora per un po’ e poi si fermerà, allora diciamo che sei illuminato. Qui la spinta della macchina equivale alla spinta del karma. Quella spinta del karma passato non ti permette di essere illuminato, ma l’acquisizione di nuovo karma si è fermata. Perciò ci vuole un po’ di tempo prima che la mente si fermi del tutto. Una volta che la mente si è fermata completamente tu sei illuminato. La realizzazione di Dio è quando, all’inizio, c’è una forte Presenza dentro di te e poi alla fine tu diventi quella Presenza. Questa è realizzazione di Dio".»


sabato 7 giugno 2014


«Nella conoscenza tradizionale, quella che si riallaccia ai Santi Misteri occidentali e alla Sacra Tradizione dei Veda-Upaniṣad (per citare due Rami dell'unica Fonte), l'aspetto teorico e quello pratico realizzativo sono sempre collegati e compresenti. La filosofia, quale espressione di tale conoscenza, si svolge quindi su un doppio binario capace di dare alla figura del Filosofo e Conoscitore tradizionale la sua peculiare caratteristica: quella di prospettare una "visione" e di incarnarla.
Di solito si dice che il pensiero di un filosofo dianoetico ha un suo sviluppo o evoluzione nel senso che il suo pensiero viene man mano maturando e strutturando fino a giungere alla sua espressione più completa. A volte tale sviluppo avviene anche con ripiegamenti, ripensamenti e perfino impliciti disconoscimenti di passi precedenti. Ma questo non avviene nel caso del Conoscitore tradizionale in quanto, possiamo dire, egli appare sulla scena del mondo già con una completa visione conoscitiva. E non può che essere così dal momento che egli ha "visto", con l'occhio della coscienza, la Verità nella sua interezza e nella sua unità.
Parmenide, Platone, Plotino, Gauḍapāda, Śaṅkara, ecc. hanno proposto fin dall'inizio la conoscenza con la certezza di chi, appunto, ha "visto". Nei loro scritti non ci sono fasi, sviluppi, maturazioni, ma la costante e immutata esposizione di quella visione da molteplici angolature. E ciò che più conta, quella visione è portata in atto, vissuta consapevolmente, per cui possiamo dire di questi grandi che essi sono stati Maestri non solo di conoscenza ma anche di vita.»

giovedì 20 febbraio 2014

Dal romanzo che ho intitolato "Eroe", e dalla Vita:





Prima di morire, Ardi ricordò quando era solo un cucciolo di quella specie che adesso chiamava “uomo”.
Era forte, vivace, desideroso sempre di sfidare qualcuno o qualcosa.
Già allora i suoi genitori intuivano il carattere che sarebbe sbocciato da adulto.
Crescendo teneva a bada i problemi che la vita gli poneva davanti.
Forte e robusto, sicuro delle proprie facoltà e col vago ma persistente presentimento che quello non era tutto, che c’era qualcosa oltre la dimensione abituale della sua esistenza.
Quando fu ormai abbastanza coraggioso da mollare la propria famiglia, s’imbarcò nell’esplorazione di quel vasto ecosistema che i più chiamavano “mondo”.
Di avventura in avventura, giunse a scoprire che ogni traguardo, ogni raggiungimento, conteneva in sé il germe per un’ulteriore acquisizione.
Gli parve, impegnandosi così, che non sarebbe mai pervenuto a una fine.
Quanto c’era di realistico nella propria ricerca, e quanto invece d’illusorio?
Chi avrebbe mai potuto asserire che un continuo cercare avrebbe dato più frutti che assettarsi davanti a un fiume, a osservarne le acque?
Gradualmente, ma inesorabilmente, la fiducia nella propria avventura scemò.
Gli anni erano trascorsi senza che fosse mai pervenuto a uno stato d’animo di completo appagamento.
Si arrese; un bel giorno abbandonò lo zaino che recava con sé dall’epoca della prima giovinezza.
Erano trascorsi quindici anni: i suoi amici, i parenti, tutti avevano deciso di realizzarsi restando in un posto.
Cosa riservava per lui quella forza misteriosa e trascendente chiamata Destino?
Sedette.
Osservò le acque, placide, del porto.
Era giunto lì, come sempre, spinto da un’illusione.
Quella sera il liquido olezzoso gli parve ancora più scuro.
Sorrise: forse, infine, aveva compreso.
Non era lui a cercare, era il mondo che, dietro l’aura gravida di promesse, celava il suo più riposto segreto: la ricerca, qualunque ricerca, ha significato solo per il suo cercatore.