martedì 17 settembre 2013

La nostra mente succhia al corpo la maggior parte delle energie vitali.
Il corpo possiede una propria intelligenza, è in grado perfettamente di orientarsi nella maniera migliore, di ripararsi e quant'altro.
La mente però non sa nulla di ciò, e quindi procede nella propria direzione.
Secondo quanto ha appreso col tempo.
Mente e tempo vanno a braccetto.
Mano a mano che la mente prende il predominio su noi stessi, attraverso i propri schemi "appresi", il corpo viene progressivamente indebolito.
Emozioni di dolore non osservate comprimono l'energia vitale del corpo e quindi le nostre capacità di discernimento.
Affrancandoci dalla schiavitù del "mentale" è possibile per noi uomini affacciarci su un mondo differente da quello a cui siamo abituati.
Molto più vivo e stupefacente.
Perché ciò avvenga, occorre intraprendere un cammino di fioritura.
E' il cammino che da sempre è indicato velatamente da miti, leggende, precettori spirituali che hanno dato origine ai grandi sistemi religiosi.
Suddetti sistemi inizialmente erano radicati nell'intento e nel pensiero di chi aveva scoperto l'esistenza di un Mondo più autentico.
Via via che l'Uomo cresceva, di tali nuclei di pensiero non restavano che strutture calcificate.
Adesso appare sempre con maggiore chiarezza la necessità di riscoprire l'essenza di tali insegnamenti.



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